Inutile manierato adattamento live che suona come uno strumento scordato, rovinando la sublime improvvisazione solistica dell’anime originale.
Ennesimo live action tratto dall’omonimo anime targato Sunrise, Cowoboy Bebop torna con una nuova veste attraverso una produzione Netflix inutile e tutt’altro che necessaria. Il colosso dello streaming a pagamento riporta sullo schermo i personaggi e le ambientazioni creati nel 1998 da Shinichiro Watanabe e Toshiro Kawamoto, attraverso una storia diversa dall’originale dalla quale trae spunto solo a tratti, in una trasposizione che ha più l’aria del remake.
Ciò permette un confronto diretto con l’opera del regista nipponico che, alla luce dei fatti, risulta impietoso. Il soggetto, rimaneggiato per adattarsi ai dieci episodi imposti dal tipico format contemporaneo, ha perso originalità, risultando in una storia tristemente banale. La sceneggiatura è alquanto mediocre e non concede il giusto tempo per lo sviluppo dei personaggi, indugiando troppo, com’è ormai consuetudine, su siparietti comici che pretendono di far ridere.
La recitazione, estremamente affettata, manca completamente di pathos e le sequenze d’azione, caratterizzate da stentate coreografie alla Kill Bill, sopprimono il dinamismo tipico dell’originale. Per non parlare della regia, totalmente non pervenuta. Il risultato non può essere che un prodotto grottesco, caricatura di se stesso, in cui il ritmo della narrazione manca di quell’alternanza tra pieno e vuoto, tra azione e riflessione, che permette di dare spazio alla connotazione psicologica dei protagonisti.
Stupisce vedere lo stesso Watanabe in qualità di consulente. Qui tutto è piatto, artificioso e ogni riferimento intertestuale presente nell’anime, quel meccanismo di autoreferenzialità che ha reso Cowboy Bebop pietra miliare dell’animazione di genere, scompare dietro un pesante strato di insignificante, anonimo manierismo. Viene spontaneo chiedersi il perché di tanto disturbo per dare vita ad una sessione live action con strumenti a buon mercato e musicisti di terza categoria.