Sesso, pubertà e commedia confermano il mix vincente in un processo onanistico che intrattiene amabilmente, ma non appaga.
La terza stagione di Sex Education conferma tutto ciò che di buono la serie ha prodotto nelle due stagioni precedenti. Comicità irriverente, sdoganamento sfrontato e provocatorio del sesso, buona costruzione psicologia dei personaggi, nostalgico design anni ottanta e superlativa colonna sonora. Tutto torna in modo convincente, supportato ancora una volta da una sceneggiatura efficace che approfondisce nuovi personaggi, nuove relazioni e nuove tematiche.
Gli eventi si susseguono in modo incalzante e gli otto episodi si bruciano velocemente perché uno tira l’altro, ma alla fine si ha quella sensazione di ripetuta esagerazione, come dopo un’abbuffata di cioccolatini dal medesimo sapore. Le tematiche portate sullo schermo sono sempre di estrema attualità e tutte, ovviamente, legate al sesso e all’identità sessuale. Ampio spazio viene dato alle due relazioni omosessuali (Eric-Adam e Ola-Lily) a cui si aggiunge la vicenda di Cal, studente non-binary appena arrivato alla Moordale School.
Due tra le performance migliori sono proprio quelle di Ncuti Gatwa (Eric) e Connor Swindells (Adam), ingaggiati in un rapporto che li vede come i due poli opposti di un magnete, attratti dalle loro personalità agli antipodi. Ben caratterizzato e accattivante risulta anche il personaggio di Ruby (Mimi Keene), a cui ora viene dato il giusto spazio, tigre del ribaltabile che, nascondendo la sua vera natura, gioca il ruolo di mistress nel dominio dello slave Otis.
Parodia ed estremizzazione la fanno da padrone in questa grande metafora della vita, dove i rapporti con familiari, amici e amanti sono complicati, nascondono delusioni e tensioni, richiedono impegno, accettazione e capacità di perdonare. Fil rouge di tutta la storia rimane sempre la difficoltosa relazione tra l’impacciato Otis e la ribelle Maeve, ragazza dai sani principi, ma provata dalle avversità della vita. A lei viene concesso il potere di trasformazione, le sue decisioni hanno facoltà di indirizzare il proprio futuro, influenzare quello di Otis e Isaac.
L’insieme di queste vicende, che si intreccia con quelle delle coppie Jean-Jakob, Michael-Maureen, Jackson-Cal, Aimee-Steve, è il primum movens di una narrazione travolgente con una trama che risulta, però, troppo fitta di storie. Alcune di queste hanno degli ottimi spunti, ma non sono approfondite a sufficienza e contribuiscono solo a buttare tanta carne al fuoco che brucia velocemente sulla fiammata di soli otto episodi. Tanto materiale, molte idee, numerosi personaggi, ottime interpretazioni, il cui valore complessivo però si perde in una sensazione di esagerato déjà vu, nella ripetizione di situazioni e meccanismi già visti, semplicemente moltiplicati oltre misura.
Sex Education – nella sua terza stagione – conferma di essere una serie avvincente che sa far divertire con una gran dose di umorismo e un pizzico di dramma, senza tuttavia generare quel compiacimento estatico per aver provato qualcosa di nuovo ed appagante, risultando così una sorta di coito interrotto.